Atlas of Pathological Speech

Atlante dei disturbi della voce di origine neurologica

Spiegazione dei test

Lista dei test e relativa spiegazione

Vocale sostenuta
Diadococinesi articolatoria
Sequenzialità
Lettura di parole
Lettura di brano
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Vocale sostenuta

Circa 2 minuti

Il test della vocale sostenuta viene effettuato attraverso la produzione prolungata della vocale centrale /a:/ (Lechien et al., 2023). Ai pazienti viene chiesto di inspirare profondamente e, successivamente, di emettere la vocale in modo naturale, senza forzare la fonazione o sovraccaricare il sistema respiratorio: è importante, infatti, che la produzione venga eseguita a un’intensità e un tono vocale confortevoli (Patel et al., 2018).

L’obiettivo del test è ottenere un’emissione quanto più lunga, stabile e costante possibile con una durata minima di 5 secondi, considerata necessaria per garantire la possibilità di eseguire sul campione raccolto eventuali future analisi elettroacustiche, finalizzate al rilevamento dei principali parametri acustici della voce (Patel et al., 2018). L’analisi elettroacustica, infatti, necessita di essere effettuata sui tre secondi centrali (Lechien et al., 2023), in quanto, selezionando la porzione centrale del segnale, è possibile ridurre l’influenza di variazioni iniziali e finali che potrebbero compromettere l’attendibilità dei parametri misurati.

Per la misurazione della durata massima fonatoria (Maximum Phonation Time, MPT), parametro aerodinamico, è necessario che la produzione della vocale sostenuta /a:/ venga fatta ripetere per tre volte. Il valore di MPT corrisponde al maggiore tempo di fonazione ottenuto tra i tre tentativi eseguiti (Lechien et al., 2023).

Durante l’esecuzione del test, i pazienti sono invitati a mantenere una posizione comoda e stabile. Occorre assicurarsi che il microfono sia collocato a una distanza di circa 30 cm dalla bocca (Schutte & Seidner, 1983, cit. in Patel et al., 2018). Nel caso in cui la durata della vocale risulti inferiore ai 5 secondi, il dato viene comunque registrato ma tale limitazione dev’essere annotata poiché potrebbe influenzare la validità delle analisi acustiche successive.

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Diadococinesi articolatoria

Circa 1 minuto

La diadococinesi articolatoria rappresenta la capacità di eseguire rapidi movimenti articolatori alternati in sequenza (Fussi & Cantagallo, 1998; Wang et al., 2008). Per la valutazione di tale abilità sono state utilizzate le sillabe /pa/, /ta/ e /ka/ (Lancheros et al., 2023), pronunciate rapidamente in successione. La ripetizione rapida di una singola sillaba viene comunemente chiamata “Alternating Motion Rate” AMR (Lancheros et al., 2023). Prima di iniziare la prova viene richiesto ai pazienti di inspirare profondamente e poi articolare rapidamente la sillaba richiesta. È consigliato far precedere ogni gruppo di sillabe (/pa/, /ta/, /ka/) da un nuovo respiro profondo, per evitare affaticamento e mantenere una fonazione stabile.

Nella pratica clinica esistono diversi metodi di valutazione della diadococinesi articolatoria e non è ancora chiaro se questi siano egualmente attendibili e conducano a risultati paragonabili e sovrapponibili (Gadesmann & Miller, 2008). Generalmente, a livello quantitativo, l’esaminatore può calcolare il numero di ripetizioni della sillaba articolate in un periodo di tempo precedentemente definito (5 – 10 secondi) oppure misurare il tempo impiegato dalla persona per produrre un numero definito di ripetizioni della stessa sillaba. Tuttavia, considerata la tipologia di pazienti, si è ritenuto utile valutare tale abilità richiedendo ai soggetti di eseguire quante più ripetizioni possibili delle diverse sillabe (Gadesmann & Miller, 2008), mantenendo la massima velocità possibile compatibile con una produzione chiara e regolare, senza affaticarsi e sovraccaricare il sistema respiratorio.

In letteratura, le valutazioni qualitative - percettive dei compiti di diadococinesi sono ritenute utili per esaminare la velocità, fluidità, precisione e accuratezza articolatoria (Brendel et al., 2014; Gadesmann & Miller, 2008; Samlan & Weismer, 1995; Spencer & Dawson, 2019, citato in Ha, 2023). In questa prospettiva, a livello qualitativo, durante l’esecuzione del test, si considerano la regolarità di produzione delle sequenze, la velocità e il ritmo articolatorio, l’accuratezza e la precisione dell’articolazione, nonché l’eventuale peggioramento della performance nel tempo, probabili indici di affaticamento o difficoltà di coordinazione pneumo-fonica.

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Sequenzialità

Circa 1 minuto

Per valutare la coordinazione motoria – articolatoria complessa, ai partecipanti è stato somministrato il subtest di sequenzialità (Sequential Motion Rate, SMR), specifico sotto-compito diadococinetico che prevede l’evocazione ripetuta della sequenza trisillabica /pataka/ (Lancheros et al., 2023; Preston et al., 2021).

Questo test consente di esaminare l’efficienza del sistema motorio del linguaggio sollecitando un’esecuzione rapida e coordinata dei movimenti articolatori necessari alla coarticolazione di consonanti e vocali. La sequenza in questione valuta, nello specifico, la coordinazione dei movimenti labiali e linguali, a livello di apice e dorso linguale, indispensabili per la produzione delle consonanti /p/, /t/ e /k/ (Preston et al., 2021).

Trattandosi di una declinazione della prova di diadococinesi articolatoria, la modalità di somministrazione e le istruzioni fornite ai partecipanti sono analoghe a quelle adottate per le prove di diadococinesia alternata. Ai soggetti viene chiesto di produrre il maggior numero possibile di sequenze /pataka/ mantenendo la massima velocità possibile compatibile con una produzione chiara, regolare e priva di affaticamento. Durante l’esecuzione è stato considerato il numero totale di ripetizioni effettuate e, a livello qualitativo, la regolarità e la velocità di esecuzione, l’accuratezza dei movimenti articolatori e l’eventuale peggioramento della performance nel corso del test.

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Lettura di parole

2/3 minuti

L’obiettivo di questo test è ottenere informazioni sulla funzione articolatoria del soggetto nella produzione di parole isolate.

La lettura di parole è stata valutata somministrando l’Esame Fonemico contenuto all’interno della “Cartella Logopedica. Età Adulta e Involutiva” (Vernero et al., 2002), consistente in un set mirato di parole che include tutti i fonemi della lingua italiana. Infatti, come sostenuto da Masterson et al., 2005, solo attraverso compiti di elicitazione di singole parole si ha la certezza di valutare integralmente l’inventario fonemico di una lingua, costruendo una lista di termini che includa tutti i fonemi e le strutture presenti al suo interno.

La lettura di un elenco predefinito di parole, oltre ad essere utile per analizzare la produzione segmentale (i singoli fonemi) in un ambiente controllato, migliora l’affidabilità inter – partecipante e permette di identificare le aree di criticità presenti, confrontando in modo sistematico la performance relativa allo stesso target verbale e monitorando i risultati nel tempo (Fussi & Cantagallo, 1998; Masterson et al., 2005). L’impiego di materiale verbale linguistico in lingua italiana consente, infatti, di evidenziare le difficoltà specifiche proprie del sistema fonetico – fonologico della nostra lingua, offrendo una valutazione mirata delle competenze articolatorie (Fussi & Cantagallo, 1998). Inoltre, la disponibilità di un set definito di vocaboli consente di effettuare il confronto della produzione del soggetto con il target, fondamentale nei pazienti particolarmente compromessi dal punto di vista articolatorio la cui produzione risulta difficilmente intellegibile in un campione di parlato connesso (Masterson et al., 2005).

Le parole devono essere lette dal paziente ad alta voce e l’esaminatore registra nel protocollo specifico eventuali distorsioni fonemiche (Vernero et al., 2002). Ai pazienti viene data l’indicazione di leggere lentamente, prestando maggiore attenzione all’articolazione dei singoli vocaboli.

Quando l’abilità di lettura del paziente risulta compromessa dalla patologia di base, si procede a somministrare l’esame fonemico su ripetizione.

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Lettura di brano

2/3 minuti

La lettura di un brano consente di osservare le caratteristiche articolatorie e il linguaggio dei soggetti in condizioni comunicative più naturali ed ecologiche.

Viene proposto il brano foneticamente bilanciato intitolato “Il ramarro della zia”, contenuto all’interno della Scheda di Valutazione della Disartria, elaborata da Amitrano (1993) e racchiusa all’interno della “Cartella Logopedica. Età Adulta e Involutiva” (Vernero et al., 2002).

La performance ottenuta attraverso la lettura di brano può riflettere in modo attendibile il linguaggio utilizzato dal soggetto nella quotidianità (Masterson et al., 2005).

Inoltre, solo un campione di parlato connesso, come quello che è possibile ottenere dalla lettura di un brano, consente la valutazione degli aspetti soprasegmentali dell’eloquio come prosodia, intonazione, velocità, ritmo e volume (Shriberg, 1993, cit. in Masterson et al., 2005), non valutabili attraverso l’articolazione di singole parole in sequenza.

Così come per la lettura di parole, anche il brano dev’essere letto ad alta voce, cercando di produrre i vari sintagmi con enfasi e intonazione adeguate, procedendo lentamente per concentrarsi sull’articolazione dei vocaboli. È tuttavia fondamentale che la lettura conservi, per quanto possibile, una naturalezza di eloquio.

L’esaminatore segnala sul protocollo eventuali distorsioni fonemiche, rallentamenti, variazioni di volume, disprosodia e intonazione anomala. Se la capacità di lettura risulta compromessa, è possibile elicitare alcune frasi del brano su ripetizione.

Bibliografia

  1. Fussi F., & Cantagallo A. (1998). Profilo di Valutazione della Disartria (pp. 18 – 30). Torino: Omegna Edizioni.
  2. Gadesmann M., & Miller N. (2008). Research report: Reliability of speech diadochokinetic test measurement. International Journal of Language & Communication Disorders, 43(1), 41–54. doi: 10.1080/13682820701234444.
  3. Ha, S. (2023). Oral diadochokinetic production in children with typical speech development and speech–sound disorders. International Journal of Language & Communication Disorders, 58(5), 1783–1798. doi: 10.1111/1460-6984.12908.
  4. Lancheros, M., Friedrichs, D., & Laganaro, M. (2023). What Do Differences between Alternating and Sequential Diadochokinetic Tasks Tell Us about the Development of Oromotor Skills? An Insight from Childhood to Adulthood. Brain Sciences, 13(4), 655. doi: 10.3390/brainsci13040655.
  5. Lechien, J. R., Geneid, A., Bohlender, J. E., Cantarella, G., Avellaneda, J. C., Desuter, G., Sjogren, E. V., Finck, C., Hans, S., Hess, M., Oguz, H., Remacle, M. J., Schneider-Stickler, B., Tedla, M., Schindler, A., Vilaseca, I., Zabrodsky, M., Dikkers, F. G., & Crevier-Buchman, L. (2023). Consensus for voice quality assessment in clinical practice: Guidelines of the European Laryngological Society and Union of the European Phoniatricians. European Archives of Oto- Rhino-Laryngology, 280(12), 5459–5473. doi: 10.1007/s00405-023-08211-6.
  6. Masterson, J. J., Bernhardt, B. H., & Hofheinz, M. K. (2005). A Comparison of Single Words and Conversational Speech in Phonological Evaluation. American Journal of Speech - Language Pathology, 14(3), 229–241. doi: 10.1044/1058-0360(2005/023).
  7. Patel, R. R., Awan, S. N., Barkmeier-Kraemer, J., Courey, M., Deliyski, D., Eadie, T., Paul, D., Švec, J. G., & Hillman, R. (2018). Recommended Protocols for Instrumental Assessment of Voice: American Speech-Language-Hearing Association Expert Panel to Develop a Protocol for Instrumental Assessment of Vocal Function. American Journal of Speech-Language Pathology, 27(3), 887–905. doi: 10.1044/2018_AJSLP-17-0009.
  8. Preston, J. L., Benway, N. R., Leece, M. C., & Caballero, N. F. (2021). Concurrent Validity Between Two Sound Sequencing Tasks Used to Identify Childhood Apraxia of Speech in School-Age Children. American Journal of Speech-Language Pathology, 30(3 Suppl), 1580– 1588. doi: 10.1044/2020_AJSLP-20-00108.
  9. Vernero I., Gambino M., Schindler A., & Schindler O. (2002). Cartella Logopedica. Età adulta ed involutiva (pp. 79 – 107). Torino: Omega Edizioni.
  10. Wang, Y.-T., Kent, R. D., Duffy, J. R., & Thomas, J. E. (2009). Analysis of Diadochokinesis in Ataxic Dysarthria Using the Motor Speech Profile ProgramTM. Folia Phoniatrica et Logopaedica : Official Organ of the International Association of Logopedics and Phoniatrics (IALP), 61(1), 1–11. doi: 10.1159/000184539.

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